Buco dell'ozono: cos'è e perché è così cruciale per le nostre vite

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Fenomeno che ha conosciuto la fama negli anni 80, il buco dell’ozono continua ad interessare la comunità scientifica e l’opinione pubblica: capiamo insieme di cosa si tratta, perché è pericoloso per gli esseri umani e cosa potremmo fare per proteggerci. Ma soprattutto, perché ci interessa l’ozono?

Ozono: cos’è e perché ci interessa

L’ozono (O3) è una molecola formata da tre atomi di ossigeno che si trova naturalmente in diversi strati dell’atmosfera. Nonostante possa sembrare molto simile all’ossigeno molecolare (O2) che respiriamo, l’ozono ha caratteristiche molto diverse da quest’ultimo, sia positive che negative per l’essere umano.

Parlando di una proprietà negativa dell’ozono, possiamo dire che è fortemente irritante per l’uomo se respirato; mentre una proprietà positiva, che è uno dei motivi per il quale state leggendo questo articolo, è che l’ozono assorbe benissimo una parte della radiazione solare molto dannosa per la nostra pelle: i raggi ultravioletti, o UV.

Grande assorbitore di raggi UV

La maggior parte dell’ozono atmosferico è concentrato ad un’altitudine compresa fra i 15 ed i 35 km in quella che viene chiamata ozonosfera, che ricopre il globo. Come accennavamo, l’ozonosfera si comporta come una sorta di coperta contro i raggi ultravioletti: blocca la totalità dei raggi UV-C, i più biologicamente dannosi; lascia arrivare sulla terra solo il 10% dei raggi UV-B e lascia passare quasi completamente i raggi UV-A, che sono però poco attivi biologicamente e molto meno dannosi dei prima citati.

Se l’ozono atmosferico diminuisce, più raggi UV raggiungono la nostra pelle e più problemi abbiamo: il pericolo è stato individuato, ora capiamone la causa.

Buco dell’ozono: la dinamica del fenomeno

Ciclo dell’ozono

L’ozono durante la giornata è tipicamente impegnato in una danza periodica, con i raggi ultravioletti, di distruzione e formazione, che appunto si può chiamare ciclo dell’ozono. Quando un raggio UV colpisce una molecola di ozono (O3), essa si scinde in ossigeno molecolare (O2) più un atomo di ossigeno (O). Da questo punto l’atomo di ossigeno può o legarsi ad una molecola di ozono per formare due molecole di ossigeno oppure può legarsi ad una molecola di ossigeno, formando una molecola di ozono e chiudendo il ciclo, che continua a ripetersi.

Buco dell’ozono: fenomeno naturale

Il buco dell’ozono è un fenomeno naturale che interessa le zone polari: a causa delle basse temperature, si formano ai poli dei vortici e delle nubi che restano isolate dal resto dell’atmosfera. Dentro queste nubi, date le condizioni, si formano grandi quantità di cloro molecolare (Cl2) che saranno successivamente liberate durante la primavera, quando il vortice polare si sarà rotto e le molecole di cloro si saranno dissociate in cloro monoatomico.

Contemporaneamente, in primavera dalle zone tropicali arrivano grandi afflussi di aria carica di ozono ai due poli, per via del maggior irraggiamento solare in quelle zone del pianeta. A questo punto gli atomi di cloro reagiscono con l’ozono e, interferendo con il suo ciclo, lo distruggono, formando una sorta di buco nelle zone polari dell’ozonosfera, fenomeno che termina alla fine della primavera quando le nubi polari stratosferiche scompaiono ed il buco, appunto, si richiude.

Attività umane: il vero problema

Esistono delle molecole, come i composti organici alogenati, i clorofluorocarburi e gli ossidi di azoto che, se a contatto con l’ozono, interferiscono pesantemente nel suo ciclo, impendendo la formazione di nuovo ozono e quindi riducendolo progressivamente. La maggior parte di queste molecole viene immessa in atmosfera come conseguenza di alcune attività umane e negli anni ha influito pesantemente sul naturale corso del buco dell’ozono, riducendo progressivamente l’ozono in atmosfera e rendendo praticamente il buco sempre più grande e pericoloso.

Rischi per la salute e provvedimenti

Come accennavamo, se in atmosfera c’è meno ozono disponibile a bloccare i raggi ultravioletti, allora molti più di questi attraverseranno l’atmosfera e giungeranno sino alla nostra pelle, con conseguenze sulla salute possibilmente molto dannose, come melanomi o tumori alla pelle.

La politica negli anni non è stata ferma a guardare ma è intervenuta riducendo progressivamente le emissioni della maggior parte degli inquinanti sopra citati, con una forte spinta data dal protocollo di Montreal, in vigore dal 1989.

Lo sapevi che…

Il buco dell’ozono sta progressivamente riducendo grazie ai provvedimenti adottati e si stima che potrebbe chiudersi definitivamente fra il 2045 ed il 2066.

a cura di Nicola Salvemini

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