“Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità.”
Con queste parole, il 20 luglio 1969, Neil Armstrong scrisse una delle pagine più importanti della storia: per la prima volta, l’umanità aveva messo piede su un altro corpo celeste, la Luna.
Dopo il successo delle missioni Apollo, tuttavia, nessun astronauta è più tornato sulla superficie lunare dal 1972. Cosa ha fermato l’esplorazione lunare? E soprattutto, perché l’uomo non è più andato sulla Luna?

Lo sbarco dell’uomo sulla luna
Immaginate di alzare gli occhi al cielo, notte dopo notte, e vedere sempre lì, sospesa sopra di voi, la Luna, così irraggiungibile eppure così affascinante.
Per millenni l’umanità l’ha ammirata, interrogandosi sulla sua natura e sulla possibilità di raggiungerla. Ma la curiosità umana non si può fermare all’osservazione: guardarla non bastava, bisognava esplorarla.
Ed è così che tutto ebbe inizio, nel 1957, solo 68 anni fa.
Pensate che l’uomo riuscì a volare per la prima volta solo nel 1903, quando i fratelli Wright inaugurarono l’era dell’aviazione. Eppure, in appena 54 anni, il progresso tecnologico fece passi da gigante: nel 1957, l’Unione Sovietica lanciò il primo satellite artificiale, Sputnik 1, dimostrando che l’uomo poteva superare l’atmosfera terrestre ed entrare nello spazio.
Quel momento diede inizio ad una competizione senza precedenti tra Stati Uniti e URSS, la corsa allo spazio, culminata nel 1961 con la storica promessa del presidente John F. Kennedy: portare un uomo sulla Luna e riportarlo sano e salvo sulla Terra entro la fine del decennio.
Questa dichiarazione segnò l’inizio del Programma Apollo, il più ambizioso progetto spaziale mai realizzato fino ad allora.
Alle 22.56 (ora americana) del 20 luglio 1969 il mondo intero trattenne il fiato:
“Houston, qui Base della Tranquillità. L’Eagle è atterrato.”
L’uomo era arrivato sulla Luna.
Il programma Apollo aveva raggiunto il suo obiettivo.
La missione Apollo 11, lanciata dalla NASA il 16 luglio 1969, decollò dal Kennedy Space Center a bordo del razzo Saturn V. L’equipaggio era composto da Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins.
Dopo quattro giorni di viaggio, il 20 luglio, il modulo lunare Eagle si separò dal modulo di comando Columbia e iniziò la discesa sulla superficie lunare.
Neil Armstrong divenne il primo uomo a camminare sulla Luna, seguito poco dopo da Buzz Aldrin, mentre Michael Collins rimase in orbita a bordo del Columbia, garantendo il ritorno sulla Terra.
Durante la loro permanenza di poco più di 2 ore, gli astronauti raccolsero campioni di suolo lunare, condussero esperimenti scientifici e lasciarono una targa commemorativa con un messaggio di pace.
Perché l’uomo non è più andato sulla Luna? La fine del programma Apollo e il ritiro dalle missioni lunari
Il successo di Apollo 11 aprì la strada tra il 1969 e il 1972 a cinque ulteriori missioni con equipaggio, che permisero di studiare la geologia lunare, migliorare le tecniche di allunaggio ed effettuare ulteriori esperimenti scientifici.
Tuttavia, dopo Apollo 17, nel dicembre 1972, le missioni con equipaggio furono interrotte e da allora nessun essere umano ha più camminato sulla superficie lunare.
Infatti, dopo aver raggiunto l’obiettivo dello sbarco sulla Luna, il sostegno politico e pubblico al programma diminuì.
Uno tra i motivi principali furono i costi: le missioni Apollo erano estremamente costose e l’intero programma costò oltre 25 miliardi di dollari dell’epoca, equivalenti a 150 miliardi di dollari attuali e con la crisi economica degli anni ’70 e la guerra in Vietnam, il governo decise di ridurre i finanziamenti alla NASA, cancellando le missioni Apollo successive.
Le difficoltà tecnologiche e logistiche nel tentativo di tornare sulla Luna
Inoltre, a differenza della Terra, la Luna non ha un’atmosfera in grado di proteggere la superficie dalle variazioni estreme di temperatura, dalle radiazioni cosmiche e dall’impatto di micrometeoriti.
Durante il giorno lunare, la temperatura può raggiungere i +127°C, mentre di notte può scendere fino a -173°C, mettendo a dura prova materiali, strumenti e sistemi di supporto.
Anche la gravità ridotta, pari a 1/6 di quella terrestre, rappresenta una sfida: rende più difficile la stabilità dei veicoli di atterraggio e il movimento sulla superficie.
Un altro problema fondamentale è la gestione delle risorse essenziali: poiché la Luna non possiede riserve accessibili di ossigeno, acqua e cibo, tutto ciò che serve alla sopravvivenza degli astronauti deve essere trasportato dalla Terra, aumentando il peso e il costo delle missioni.
Infine, la distanza, 384.400 km tra la Terra e la Luna, impone un ulteriore limite: mentre la Stazione Spaziale Internazionale può essere raggiunta in poche ore in caso di emergenza, un viaggio lunare richiede almeno tre giorni, rendendo necessario un alto livello di autonomia operativa per l’equipaggio.
Il costo delle missioni lunari e la priorità verso altre esplorazioni spaziali
Come abbiamo detto prima, uno dei motivi principali per cui l’uomo non è più tornato sulla Luna dopo il 1972 è il costo elevato delle missioni lunari, per cui, dopo il Programma Apollo, le risorse disponibili furono destinate a progetti considerati meno costosi e più vantaggiosi dal punto di vista scientifico, come la creazione della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e l’esplorazione del Sistema Solare tramite sonde e rover automatizzati.
La Stazione Spaziale Internazionale (ISS), operativa dal 2000, ha permesso di testare tecnologie per la sopravvivenza nello spazio, condurre esperimenti in microgravità e studiare gli effetti della permanenza prolungata nello spazio sul corpo umano, fornendo dati essenziali per le future missioni interplanetarie.
Parallelamente, le sonde spaziali hanno rivoluzionato la nostra conoscenza del Sistema Solare. Negli ultimi decenni, missioni come Voyager 1 e 2 hanno esplorato i confini del nostro sistema solare, inviando immagini dettagliate di Giove, Saturno, Urano e Nettuno.
Inoltre, Marte è diventato uno degli obiettivi principali dell’esplorazione spaziale: le missioni Viking hanno fornito le prime immagini dettagliate della superficie, mentre i rover successivi hanno analizzato il suolo marziano, confermando l’esistenza di antichi letti fluviali e minerali legati all’acqua.
Perché l’uomo non è più andato sulla Luna? La visione futura della colonizzazione lunare
Dopo oltre 50 anni, l’umanità si prepara a tornare sulla Luna, ma con obiettivi molto più ambiziosi rispetto al passato.
Se il Programma Apollo mirava solo a dimostrare la possibilità dello sbarco, oggi la Luna è vista come un punto strategico per l’esplorazione dello spazio profondo.
Il Programma Artemis, guidato dalla NASA con il supporto di agenzie spaziali internazionali e aziende private, ha l’obiettivo di riportare astronauti sulla superficie lunare entro il 2027 e sviluppare le prime infrastrutture per una presenza stabile.
L’obiettivo è creare basi permanenti, permettendo di testare nuove tecnologie per l’estrazione di risorse locali e sviluppare sistemi autosufficienti in grado di sostenere la vita a lungo termine.
Inoltre, la Luna potrebbe diventare un punto di lancio per future missioni verso Marte, grazie alla sua gravità ridotta, che richiederebbe meno energia rispetto al decollo dalla Terra.
Dopo mezzo secolo di attesa, l’uomo sta tornando sulla Luna, questa volta con l’intenzione di restarci.
Lo sapevi che…
- Quanti astronauti sono andati sulla Luna?
In totale gli astronauti che hanno messo piede sulla superficie lunare sono solo 12.
- Chi disse la frase “Houston, abbiamo un problema”?
La frase “Houston, abbiamo un problema” è collegata alla missione Apollo 13, quando Jack Swigert, pilota del modulo di comando, informò il controllo missione a Houston dell’esplosione a bordo che compromise l’ossigeno e mise a rischio la vita degli astronauti.
a cura di Alessia Milano